La sindrome di Barth (BTHS) è una malattia legata alla delezione del cromosoma X che si presenta con uno schema variabile di cardiomiopatia, miopatia scheletrica, neutropenia e ritardo della crescita.        

Anestesisti e chirurghi che sono coinvolti nella cura dei pazienti con BTHS dovrebbero essere a conoscenza di quanto segue:

La Sindrome di Barth (BTHS) è una rara malattia genetica legata al cromosoma X, la cui prevalenza è stimata a circa 1/300000-400000 nati vivi in USA ed UK. In Italia la prevalenza non è nota, ma probabilmente è simile. Non sembra correlata ad una particolare etnia. 

La BTHS è dovuta a mutazioni del gene TAZ che codifica per l’enzima tafazzina. Tale enzima è coinvolto nella biosintesi dei fosfolipidi ed è responsabile del rimodellamento della cardiolipina il fosfolipide più abbondante della membrana interna del Mitocondrio, l’organello fondamentale per la produzione dell’energia necessaria alla cellula. Mutazioni del gene TAZ portano ad una alterazione della cardiolipina e come conseguenza ad alterazioni della struttura e del funzionamento del mitocondrio soprattutto a livello muscolare, del muscolo scheletrico e cardiaco.

La Sindrome di Barth è caratterizzata da

  • Cardiomiopatia  dilatativa, in qualche caso ipertrofica,  scompenso cardiaco congestizio, fibroelastosi endocardica, quadro a tipo “non-compaction” del ventricolo sinistro, aritmie ventricolari (fibrillazione o tachicardia ventricolare) o atriali, QT lungo, BBDx, cardiomiopatia già in epoca fetale o neonatale. Tali sintomi possono portare una riduzione della frazione di eiezione cardiaca, allo scompenso cardiaco con morte improvvisa. 
  • Miopatia scheletrica, ritardo dell’acquisizione delle tappe motorie, andatura “a papera”, intolleranza all’esercizio fisico;
  • Disturbi dell’alimentazione e dell’accrescimento: spesso viene richiesta nutrizione enterale tramite sondino naso-gastrico o gastrostomia (PEG). Diarrea episodica, vomito;
  • Neutropenia: diminuzione di una classe dei globuli bianchi, i neutrofili, deputati a combattere le infezioni batteriche e fungine. La neutropenia può essere ciclica/intermittente o cronica, con quadri da moderati a severi. Può anche non essere presente in tutti gli affetti da Sindrome di Barth o associarsi in genere ad aftosi orale ricorrente, infezioni frequenti sino alla sepsi;
  • Ipoglicemia e/o acidosi lattica soprattutto in bambini piccoli;
  • Anomalie della Cardiolipina ed aumento del metilglutaconico agli acidi organici urinari.

La diagnosi prenatale è possibile nelle famiglie in cui la mutazione è conosciuta. La trasmissione è legata al cromosoma X: il figlio di una donna portatrice ha il rischio del 50% di ereditare la mutazione e di essere ammalato, mentre le figlie saranno tutte sane con la probabilità del 50% di essere portatrici. Tutte le figlie di un paziente maschio saranno portatrici (portatrici obbligate) e nessun figlio maschio potrà essere affetto.

Redatto attingendo da pubblicazioni dell’Associazione Barth Syndrome Foundation (https://www.barthsyndrome.org/home) (barthsyndrome.org.uk/Clinicians.php) ** e con la collaborazione di genitori e membri del comitato scientifico della fondazione Barth Italia che hanno fatto riferimento alla propria esperienza ed alla letteratura medica.

Siti web di consultazione nazionali ed internazionali:
https://www.barthsyndrome.org/home
http://www.orpha.net

La diagnosi di BTHS si basa sul sospetto clinico e su test diagnostici.
Fino a qualche anno fa il test definitvo per la diagnosi di BTHS era solo costituito dalla sequenza del gene TAZ, che veniva proposta ai pazienti maschi che presentavano cardiomiopatia dilatativa (DCM), neutropenia e/o eccesso di acido 3-methylglutaconico nelle urine.
Oggi è sempre più evidente che la malattia può presentarsi con caratteristiche piuttosto diverse: infatti circa il 10% dei ragazzi Barth non presentano neutropenia,possono non presentare problemi cardiaci ed è ben noto che il livello di acido 3-methylglutaconico nelle urine può essere anche normale,
All’analisi genetico-molecolare del gene TAZ si é aggiunto il dosaggio biochimico della cardiolipina: lo sviluppo del test della cardiolipina ha modificato capacità diagnostica perché questo test biochimico discrimina benissimo tra un ragazzo normale e un paziente BTHS, può essere fatto in un piccolo volume di sangue ed i risultati in genere sono disponibili in due-tre settimane. Con questo metodo potrebbe essere possibile testare un numero più grande di pazienti e diagnosticare nuovi casi di BTHS.

La BTHS è una malattia ereditaria, causata da mutazioni nel gene TAZ . Il gene è localizzato sul cromosoma X, nella regione Xq28.  Le femmine posseggono due cromosomi X: le donne non si ammalano ma possono trasmettere il cromosoma X con la copia mutata ai figli. I maschi hanno solo un cromosoma X  e quindi se ereditano dalla madre il cromosoma X con la mutazione presenteranno la malattia. 

Al momento attuale la terapia nella BTHS è sintomatica e di supporto, poichè non esistono trattamenti specifici.
Lo scompenso cardiaco viene trattato con farmaci specifici (digossina, diuretici, β-bloccanti) o in ultima analisi con trapianto cardiaco. Studi di farmacogenetica sono in atto per verificare l’interazione dei farmaci con i recettori/enzimi in grado di metabolizzarli; tale processo avviene in modo geneticamente determinato e diverso per ogni singolo paziente.

October 17, 2019
BOSTON, Oct. 17, 2019 /PRNewswire/ -- Stealth BioTherapeutics (NASDAQ: MITO), a clinical-stage biotechnology company focused on the discovery, development and commercialization of novel therapies for diseases involving mitochondrial dysfunction, today announced the presentation of new data from the open-label extension portion of the Phase 2/3 TAZPOWER study evaluating elamipretide in patients with Barth syndrome. The findings, presented at the American Society of Human Genetics (ASHG) 2019 Annual Meeting in Houston, Texas, showed that treatment with elamipretide resulted in a 27% increase in average cardiac stroke volume, or the amount of blood pumped by the heart's left ventricle per contraction, from the trial baseline (40.8 mL) to week 36 (51.8 mL) of the open-label extension. Left-ventricular stroke volume is one of the primary determinants of cardiac output, or the volume of blood pumped by the heart, which is an important indicator of how efficiently the heart can meet the body's demands for perfusion to various organs. In unaffected adolescent boys, an average stroke volume of 85 mL would be expected.

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